La vera verità sulla centotrentatrè

Evitando di parlare della “questione tagli” perché tanto le mie parole sarebbero fraintese, ci si concentrerà in questo luogo sull’articolo 16 della legge 133/2008, in particolare sul comma 14.
Il suddetto comma così recita: “Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.”
A seconda del giudizio che si da a queste poche righe, infatti, è possibile immaginare un cambiamento nelle università che consista in poco o nulla oppure ci si può auspicare ogni male possibile.
Da una catena di Sant’Antonio:
“Con il nuovo decreto le università pubbliche potranno scegliere se diventare fondazioni private o meno. PERCHÈ DOVREBBERO DIVENTARE FONDAZIONI PRIVATE? Per riuscire a finanziarsi aumentando le tasse agli studenti, che non avrebbero più un limite di legge. Le tasse infatti potrebbero aumentare a dismisura, anche raggiungendo i 6-7000 euro l’anno, sul modello delle università americane. Inoltre le fondazioni verrebbero finanziate da enti privati, come ad esempio le industrie farmaceutiche (forse le sole a poterselo permettere), e tali enti finirebbero per tagliare le gambe a tutti quei settori universitari e di ricerca che non rientrano nei loro interessi. Ma soprattutto sarebbero le ricerche a venir danneggiate pesantemente, non più spinte dal puro interesse culturale e sociale, ma dai fondi messi a disposizione e dalle commissioni dirette degli enti stessi!!
Università di serie A e di serie B in base alle disponibilità economiche degli studenti, quindi titoli di studio dal differente peso e possibile perdita del valore legale di questi.”
Ad alimentare questo validissimo punto di vista c’è poi il pensiero di un professore di diritto pubblico, tale Lucarelli, che teorizza un futuro e micidiale conflitto tra funzione pubblica dell’università e natura privatistica delle fondazioni.
Da questa contraddizione, secondo il mio parere del tutto dottrinale, deriverebbe la totale inapplicabilità del comma 14, comportando una non-disciplina in tema di tasse universitarie, sullo stato giuridico del personale, sulle loro modalità d’assunzione e su tutti quegli argomenti tanto importanti trattati dalle disposizioni in vigore per le università statali.
Senza fare troppa retorica, se il quattordicesimo comma venisse realmente a mancare a causa di una tale contraddizione intrinseca, ci si dovrebbe solo aspettare il totale disfacimento del sistema universitario come noi oggi lo conosciamo.
Quello che però mi spinge a permettermi di contraddire l’autorevole teoria è che, a prescindere dalle riserve che si possono avere sulla professionalità del governo Berlusconi, mi pare fortemente improbabile l’effettivo realizzarsi di una tale visione.
A questo punto, non voglio far ricorso alla mia ignoranza in materia di dichiarazioni di politici, ma c’è da chiedersi perché allora opposizione e individui dotati d’autorevolezza si concentrino tanto a far protesta sui tagli quando, se quella del suddetto professore fosse una possibilità concreta, andrebbero gettati in secondo piano facendo posto invece a questo dramma del comma 14 che io non esito a definire apocalittico.
Non sono riuscito a trovare una sola parola sul tema.
L’unico che si spinge a parlare di fondazioni è il rettore del politecnico di Milano che però le considera semplicemente un’opzione non applicabile perchè:
“Un Ateneo potrebbe trasformarsi in fondazione se, accanto allo Stato, intervenissero dei partners privati disposti a sostenere economicamente l’Ateneo.
L’On. Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, si è chiesto recentemente in un convegno: dove si può trovare un imprenditore così pazzo da caricarsi l’onere di contribuire finanziariamente alle spese correnti di un Ateneo o di una Scuola che, per definizione, non sono in grado di restituire utili? Quale privato può investire a fondo perduto?
Si potrebbe pensare a una Fondazione che veda Stato, Regione, Provincia, Comune insieme a Fondazione Bancarie e Associazioni varie. Ci si dimentica che è necessario una quota di contribuzione privata maggiore del 50% per rendere “privata” una fondazione e quindi per renderla indipendente dalle regole imposte dal contenimento della spesa pubblica (i famosi parametri di Maastricht).
E’ oggi impensabile che le Fondazioni bancarie si sostituiscano in larga misura allo Stato per finanziare annualmente il sistema della formazione e della ricerca e quindi gli Atenei.”
Ora mi chiedo, è lecito pensare che capi d’opposizione e rettori universitari, almeno quelli contrari, lascino che ad occuparsi di una questione tanto importante siano solo l’omino delle catene mail e il professore di Vincenzo? Possibile che tali preoccupanti preoccupazioni siano rimaste ristrette nell’ambito della manifestazione, quasi come se fossero solo favole?
Dovrei forse credere ad un complotto dell’Italia tutta mirante ad insabbiare la sporca manovra fatta dagli imprenditori cattivi?
Tornando seri, credo che di questa legge si debba parlare anche avendo un minimo di consapevolezza di quello che è il mondo reale.
L’analisi più seria ed oggettiva che ho potuto leggere è stata quella del dipartimento di scienze giuridiche dell’università di Ferrara.
A questo studio ha tratto ampiamente spunto il Gianluca per esplicare la propria idea sulla legge, ma arrivando a conclusioni leggermente diverse, in quanto il suddetto studio termina asserendo che:
– Se si eccettuano alcuni benefici fiscali o modifiche strettamente contabili, l’art. 16 conserva per le fondazioni universitarie i medesimi vincoli che già oggi vigono per le università statali.
– Ragionare di una soggettività “privatistica” è meramente “formale” in quanto resterebbe pubblica nella sostanza, ed è questo il motivo per cui la trasformazione in fondazioni risulterebbe un atto inutile per le università.
– Secondo il diritto comunitario le già citate fondazioni descritte dalla legge 133 non rappresentano fondazioni di diritto privato, bensì enti pubblici, a prescindere dal nomen che il legislatore ha usato.
A chiunque abbia interesse ed un minimo di conoscenza giurisprudenziale consiglio di leggere queste poche righe:
http://209.85.135.104/search?q=cache:Zce4CRKVzH4J:www.unife.it/comunicazione/materiali/manovra-economica-2008-e-universita-di-ferrara/relazioni-assemblea-generale-di-ateneo-8-luglio-2008/Pasquale%2520Nappi_TRASFORMAZIONE%2520UNIVERSITA%2520IN%2520FONDAZIONE.ppt+universit%C3%A0+ferrara+fondazioni&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it

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